Parli da solo per strada? sei da rinchiudere.
Lo scenario si è ormai ubiquitariamente consolidato. Basta uscire per strada e quasi tutte le persone che si incontreranno saranno concentrate sul loro cellulare con l’espressione di quelli che stanno facendo qualcosa di vitale e improcrastinabile importanza. Sull’autobus o in treno tutti. La socialità (e ancor più la socializzazione) offline è morta. Si vive quindi una realtà distopica, in cui tutto viene filtrato, banalizzato, strumentalizzato, dalle orecchie e da tutti gli altri tecnologici sensi del “piccolo-grande fratello” che teniamo in tasca. Lo consideriamo sacro, tanto che volentieri affidiamo a “lui” ogni nostro segreto. Zygmunt Bauman, in una sua famosa conferenza sulla felicità, ha rivelato perché in una società in cui si diventi totalmente indipendenti dall’altrui presenza, non si possa essere autenticamente felici. Il Grande di Stagira (Aristotele), già nel terzo secolo a.e.v., rivelò agli uomini le fondamentali caratteristiche (oggi possiamo dire neurobiologiche) della loro natura intrinsecamente sociale. Ma, la tecnologia, dandoci la tentacolare illusione di [...]