Nuovi algoritmi per l’apprendimento automatico profondo leggono agevolmente i caratteri nonostante il “rumore” visivo
“Apportando nostre piccole modifiche all’algoritmo pubblicato nel 2006 da Geoffrey Hinton su Science (grazie al quale il professor Hinton ha coniato il termine Deep Learning), abbiamo studiato il problema del trasferimento della conoscenza da un dominio a un altro, e, dal confronto diretto del comportamento automatico con quello che fa la psicofisica umana, siamo in effetti riusciti a realizzare applicazioni che funzionano bene anche di fronte a immagini immerse in contesti disturbati da molto rumore visivo” spiega Marco Zorzi, ordinario di Intelligenza artificiale presso l’ateneo padovano, che ha recentemente pubblicato il prodotto della sua ricerca su Nature Human Behaviour http://rdcu.be/vay3 E, più che le prestazioni raggiunte, ciò che è maggiormente rilevante è come si sono ottenuti tali risultati, ovvero si è affidato il compito di “percepire” ed elaborare ad architetture di Intelligenza artificiale hardware e software, le quali hanno egregiamente dimostrato di raggiungere metalivelli cognitivi degni delle prestazioni dell’umana corteccia visiva secondaria (nell’area capace di [...]