L’arenicola: il vermetto che col suo sangue ci salverà
Sì, sono proprio quei vermi marini che lasciano sulla sabbia delle piccole sculture vermiformi, che sembrano anche quelle fatte di sabbia, ma che non sono altro che i loro escrementi.
Le arenicole marine i pescatori le usano come esche, ma un laboratorio francese ha promosso una sperimentazione clinica per alleviare i pazienti affetti da Covid-19 con emoglobina di arenicola.
Il sangue presente in questo anellide può infatti trasportare molto più ossigeno del sangue umano, e potrebbe servire da “respiratore molecolare” nel sostegno dei pazienti affetti dalla Sars. In Francia è quindi stato avviato uno studio clinico su dieci pazienti Covid-19 che saranno trattati con una soluzione di sangue di arenicola.
Infatti sabato 4 aprile il dottor Franck Zal, capo dell’azienda bretone Hemarina, che ha preparato il prodotto farmacologico ha annunciato di aver già ottenuto i due nulla osta amministrativi per poter iniziare.
Destinata ai pazienti affetti dalla sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), la soluzione da somministrare viene creata dall’emoglobina dell’arenicola, un verme di mare che misura tra 10 e 15 centimetri, e che ha globuli rossi in grado di trasportare 40 volte più ossigeno dell’emoglobina delle emazie umane.
Esiste un “respiratore molecolare”, il cui progetto risponde al nome in codice di “Monaco”, che “in prospettiva potrà alleviare la rianimazione”, ha commentato il direttore dell’azienda Hermarina.
Il semaforo verde per iniziare le ricerche da parte del Comitato per la protezione personale (CPP) è giunto in seguito al benestare dell’Agenzia nazionale francese per i medicinali e i prodotti sanitari (ANSM). Il test dovrà svolgersi in uno dei due ospedali parigini, al Pitié Salpêtrière (13° arrondissement) o al Georges-Pompidou (15°).
All’inizio, ci sarà un safety test di sicurezza ed efficacia. L’intento della nuova terapia è quello di vedere se molti pazienti che, allo stato attuale delle cose, sarebbero avviati alla terapia intensiva, possano invece essere supportati nel normale reparto di pneumologia.
“Desideriamo che la ricerca sia open source, anche per quanto riguarda i dati, cioè che siano pubblicati e aperti alla comunità internazionale”, ha sottolineato Franck Zal. “I nostri risultati saranno pubblicati in conformità con le regole scientifiche e nel rispetto delle persone che ricevono il nuovo trattamento clinico. In questo momento di crisi, la filosofia dell’open source deve essere la regola” ha dichiarato anche Laurent Lantieri, uno dei responsabili scientifici del progetto Monaco, su Twitter.
Con sede a Morlaix, Hemarina possiede un allevamento di arenicole in Vandea, e poteva già disporre a fine marzo, di 5.000 dosi, con la possibilità di produrne rapidamente altre 15.000.
N.B.: questo articolo è stato tratto da:
Per approfondimenti in lingua originale si può consultare anche: