DEGLI INNOCENTI (FONDAZIONE LOCAVORI): “LE CICLABILI E I SENTIERI SONO LA SEDE IDEALE PER LA REGIA DI PROGETTI INTEGRATI TRA SALUTE E CULTURA; E LA RMI METTE FINE ALLE BUFALE SULL’ORIGINE DEI PRODOTTI ALIMENTARI”

La Fondazione Via dei Locavori – Onlus, è finalizzata all’offerta di “ricette” per mettere in pratica la difesa della salute umana e del territorio, senza esclusione di alcun aspetto, avvalendosi delle tecnologie diagnostiche non invasive di ultima generazione disponibili presso il Dipatimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’università di Verona, diretto dal professor Andrea Sbarbati, e dei più recenti risultati scientifici maturati in fatto di metabolomica.

Un tratto della ciclopedonale percorribile anche a cavallo, recentemente realizzata nel territorio comunale di Grisignano di Zocco,
Un tratto della ciclopedonale percorribile anche a cavallo, recentemente realizzata nel territorio comunale di Grisignano di Zocco,

Solo partendo da considerazioni estremamente semplici, ma che purtroppo oggi non sono più così evidenti, a causa delle alterazioni che l’attività antropica dell’era industriale ha operato sul territorio e sulle naturali abitudini umane, è possibile ritrovare il completo equilibrio tra uomo, alimenti e territorio (al di là degli slogan pubblicitari, o delle mode proposte da innumerevoli gruppi, che oggi pretendono di essere unici depositari di verità assolute in fatto di alimentazione).

A tale scopo va considerato che l’alimentazione, lo stile di vita e l’ambiente in cui viviamo hanno un ruolo determinante, molto di più di quanto mediamente si pensi. Addirittura questi fattori condizionano il funzionamento metabolico non soltanto dell’individuo ma anche dei suoi figli e poi dei nipoti: si eredita il patrimonio genetico dei propri genitori ma anche

In queste installazioni commerciali kitsch, ironia, mito della perfezione del corpo sdrammatizzano la pericolosità dell'addiction indotta dal cibo industriale
In queste installazioni commerciali kitsch, ironia, mito della perfezione del corpo sdrammatizzano la pericolosità dell’addiction indotta dal cibo industriale

il modo in cui questo funziona. Quindi sono fattori molto importanti e talora determinanti, la dieta e lo stile di vita, specialmente nei bambini che devono rispondere alle richieste della società di oggi.

I cibi non sono la semplice somma dei loro componenti, ma, per capirne gli effetti sull’organismo vivente, occorre guardare oltre la loro composizione chimica. Per la prevenzione delle malattie cronico degenerative sono necessari alimenti con una maggiore qualità sanitaria (riduzione delle sostanze che costituiscono il multi residuo tra cui i pesticidi), funzionale (presenza sinergica di sostanze protettive) e diete più adeguate alla nostra genetica, seguite per lunghi periodi della vita. Affinché ciò accada è necessario migliorare anche la qualità organolettica delle materie prime e delle pietanze, rendere gli alimenti facilmente reperibili ed economicamente sostenibili dalle famiglie, rendere disponibili metodi di preparazione dei cibi che siano gradevoli, soprattutto ai bambini, ma poco impegnative in termini di tempo e costo, e che mantengano o migliorino la qualità sanitaria e funzionale delle materie prime.

Mettere al centro la salute delle persone configura una nuova visione del cibo, degli alimenti e del modo in cui produrli e distribuirli. Questa visione innovativa, se realizzata e tutelata nella pratica quotidiana, porta benefici considerevoli: dalla speranza di vita in buona salute, a un allargamento della presenza in àmbito lavorativo, a un alleggerimento delle problematiche familiari, ha quindi conseguenze sociali determinanti e comporta effetti positivi sull’intera filiera agroalimentare del territorio, compresi quelli di ordine etico, ambientale ed economico. Inoltre riduce la pressione sul sistema sanitario preposto, anche in ambito ospedaliero

Infatti, se l’uomo è comparso come essere vivente nel contesto di un ecosistema naturale, in rapporto al quale ha strutturato il proprio metabolismo, e in cui il suo cervello è maturato, la riscoperta dei sentieri antichi può rappresentare un’opportunità di importanza eccezionale, se collegata a progetti integrati di carattere culturale e scientifico. Progetti i quali non devono però elargire lezioni, ma realizzare attività partecipate, per imparare a riconoscere la natura, l’arte, i cibi e i modi di prepararli (a seconda delle peculiarità specifiche di salute di ogni nucleo famigliare, secondo valutazioni che devono ormai andare ben oltre le considerazioni inerenti al valore energetico e nutrizionale degli alimenti).

È quasi pleonastico osservare che tali progetti sono molto determinanti per la promozione e lo sviluppo dei territori attraversati dalle ciclabili e dai sentieri sui quali saranno realizzati: “il loro ruolo – rileva Daniele Degli Innocenti, veterinario, ricercatore esperto in alimentazione animale e umana, nonché presidente della Fondazione Via dei Locavori -, è quello di formulare dei viatici per l’uomo, i suoi animali e i suoi beni (da non confondere con le merci). Viatici per sviluppare e realizzare il recupero e la valorizzazione dei territori, restituendo nuova linfa alle attività umane materiali e spirituali a questi profondamente legate.

La leva su cui agire è nota ma tutt’altro che banale: il cibo. Il sentiero e i cibi a esso legati diventano quindi punto di riferimento per raccontare il presente e il passato anche remoto del territorio, di chi ci vive o ha lasciato una sua traccia, materiale o culturale. Con questi presupposti è logico analizzare il percorso in tutti quegli aspetti che sono, direttamente o indirettamente, cultura del cibo locale. Per questo si può procedere con una indagine stratificata per argomenti, individuando tutte le interazioni possibili con il cibo.

D’altro canto la scienza degli alimenti coinvolge una grande varietà di discipline, dalla fisica e dalla chimica, dalla matematica e dalla statistica, alla biologia, alla genetica, alla medicina, alla microbiologia, all’agricoltura, alle scienze tecnologiche e ambientali e persino a scienze cognitive come l’analisi organolettica, l’analisi dei consumatori, la psicologia e altre discipline sociali come l’economia.

Il quadro si completa mediante lo studio dell’opera intellettuale dell’uomo sul territorio, e cioè mediante tutto ciò che riguarda le scienze umane (storia, architettura, arte, spiritualità). Ciò consentirà di creare le basi per un sistema territoriale di qualità e salute, reso ancor più attraente dagli aspetti storici e culturali. L’inventario di tutti questi aspetti permetterà di offrire più elementi di attrazione sui sentieri che si materializzano nell’apprezzare i prodotti, i cibi e le preparazioni alimentari del territorio.

Si potrà offrire un “centro benessere” all’aperto in cui fare attività fisica, soffermandosi a cercare una pianta spontanea, piuttosto che a visitare un bosco o una pieve, o soffermarsi per un corso di cucina o una mostra di arte contemporanea. Sarà possibile organizzare “vacanze wellness-culturali-di piacere” per le persone o gruppi, legando il sentiero alle attività fisiche che esso può richiedere, e, contemporaneamente, illustrare i vari aspetti catalogati per tematiche. Questa fruibilità sarà dedicata anche ai residenti, i quali potranno essere informati e formati sulle qualità dei prodotti, sulle pietanze realizzabili, creando anche un circuito di distribuzione per i cittadini (distribuzione settimanale di cesti), per le attività di somministrazione sul territorio, ma anche per le mense pubbliche e/o private. In particolar modo le indagini effettuate con tecniche ad alta efficienza (ad esempio risonanza magnetica) sui prodotti permetteranno di creare delle specifiche di prodotto, che permettono di tutelate consumatori e produttori dall’inserimento di prodotti estranei nel circuito distributivo. Tali informazioni potranno valutare in modo oggettivo la qualità nutrizionale ma soprattutto quella sanitaria (assenza di contaminanti) e funzionale dei cibi e delle preparazioni.

Sarà perciò possibile, percorrendo i vari sentieri durante una vacanza o il fine settimana, fare il movimento e consumare le calorie programmate, effettuare una “dieta” o un regime alimentare di elevata qualità nutrizionale e funzionale, arricchire la propria cultura e “nutrire l’anima”, far divertire i bambini educandoli a stili di vita salutari, tornare a casa con un gradevole ricordo e la possibilità di utilizzare quotidianamente i consigli corretti su alimentazione e stile di vita. Magari con la possibilità di ricevere i prodotti del territorio e di utilizzarne le qualità nella dieta quotidiana”.

Redazione

La redazione di Scienzaveneto.it