Accademia di Belle Arti e Museo di Storia Naturale danno a Venezia la palese conferma dell’affinità e della proficua sinergia tra scienza e arte

Materiali prodotti dagli studenti del corso di laurea magistrale dell’Accademia di Belle Arti di Venezia non per uscire dall’aula, ma quale normale percorso di crescita finalizzato al confronto con le complessità della forma, non pensati per andare in una mostra, ma col solo intento di studiare, far diventare più forti, acquisire sicurezza, vedere meglio le forme, riuscire a capire meglio gli organismi e anche la vita in tutte le sue continue trasfigurazioni, sono invece andati a formare una mostra in un luogo sacro della cultura come il Museo di Storia Naturale di Venezia. Il fatto è considerato eccezionale dal loro maestro, Mauro Zocchetta.

Ed è certamente così, se non altro perché si tratta di un avvenimento unico nel suo genere, ma, a onor del vero, anche i disegni sono effettivamente eccezionali. Non è retorica né plagio, sono eccezionali in quanto disegni di anatomia artistica, dove l’aggettivo sta a indicare una vera e propria ricerca dell’esecuzione artistica, nel rispetto di una elevatissima capacità tecnica che consente di tracciare linee obbedienti alle forme reali.

Mauro Zocchetta
Mauro Zocchetta

“Il problema che loro hanno all’inizio – confida a Scienzaveneto Mauro Zocchetta – è quello di poter controllare globalmente la forma mediante le proporzioni: nella tradizione classica questo non avveniva, mentre per noi la forma globale è fondamentale, in quanto essa è il presupposto e condizione necessaria alla vita. Per ottenere il controllo della tridimensionalità nello scorcio bisogna leggere le profondità iniziali… le incapacità di lettura e di riproduzione vengono colmate attraverso l’esercizio di almeno un paio d’anni, perché il tempo a disposizione in accademia è ristretto rispetto ai tempi lunghissimi delle botteghe rinascimentali. Ma il risultato è il netto superamento della pura copia del pezzo, che, di per sé è statica e opaca. Per eseguire i disegni con le corrette proporzioni si prendono le misure reali sui corpi, o sui reperti, ma poi si va oltre la grafia, mediante iniezioni di pensiero nel segno, consentendo così l’emergere delle individualità artistiche. Qui, in questo museo i miei studenti hanno potuto fare l’esperienza della scoperta, lavorando al fianco di personale scientifico, che ha riservato loro un’accoglienza straordinaria”.

Marina Manfredi
Marina Manfredi

Al progetto didattico in collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Venezia ha partecipato con Zocchetta Marina Manfredi, docente di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, la quale ha ricordato che “l’attuale corso di Anatomia Artistica è la prosecuzione dell’importante scuola di anatomia nata in Accademia con lo statuto napoleonico del 1803, certamente con connotazioni molto diverse dalle attuali, ma che comunque utilizzava materiali didattici importanti, i quali dovevano continuamente essere procurati presso l’ospedale dal docente, affinché il corpo fosse sempre in buone condizioni: da novembre a marzo quindi si studiava soprattutto la muscolatura, mentre d’estate (per ovvie ragioni climatiche) le ossa. Vi erano rapporti molto stretti tra i docenti della scuola di anatomia, e quelli delle scuole di scultura, di pittura e della scuola libera del nudo.
Nella storia dell’arte vi è un ponte necessario tra mondo della scienza e mondo delle idee artistiche: e si può dire, che anche nelle opere dei nostri ragazzi i segni declinano nei disegni tutto il patrimonio storico culturale da loro acquisito, alludono a citazioni artistiche importanti, quali la soluzione del volo rappresentata da Brancusi o nuancens che echeggiano il senso di astrazione di Kandinskij, rappresentano la dimensione reale concreta in connubio con la fantasia onirica, come già in molti artisti del novecento, fino a percorsi artistici che confermano l’attenzione costante al mondo della scienza che va a esplorare l’invisibile. Audacia la quale li legittima nella parallela esplorazione artistica…
Concludo ricordando che nel 1920, su “La Ronda” De Chirico affermava che la potenza classica di un pittore si misura dall’intelligenza e dalla commozione della sua linea”.

Sara Tonello
Sara Tonello

Sara Tonello conferma che: “orientata dal mio professore ho voluto fare questa esperienza di anatomia artistica comparata, e amando moltissimo l’iconografia medievale di cavalli e cavalieri ho scelto di rappresentare appunto il cavallo da tiro di cui qui al museo erano conservate dentro a scatoloni le ossa: le abbiamo rimontate, e, come obbiettivo, ci siamo proposti di ricostruire uno schema artistico ideale del cavallo di profilo.
Ho usato dei calcoli per vedere se in anatomia artistica fosse possibile rispettare il quadrato ideale che esiste in veterinaria. Per esempio, in anatomia artistica umana si esegue abitualmente una composizione di otto teste e ho quindi provato a fare lo stesso per il cavallo per vedere se le ossa reali del cavallo ci stessero nella composizione.
Se si dovesse fare un confronto con ciò che si può oggi ottenere mediante il Cad, dal punto di vista della qualità è indiscutibile la portata che il segno grafico manuale comporta in termini di efficacia emozionale, di pathos, ma perfino sul piano della rapidità esecutiva non direi ci sia una significativa differenza tra pc e mano di una persona se quella mano è molto molto allenata”.

Giuseppe La Bruna
Giuseppe La Bruna

Giuseppe La Bruna, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha osservato che L’artista indaga seguendo linguaggi artistici, ma nel tradurre in operato segue criteri scientifici, rivelando l’imprescindibile sinergia esistente tra scultura e anatomia che verte sulla struttura: prima della scultura c’è la struttura, che, se ben concepita, la scultura è già fatta. “Il trionfo della morte” conservato a Palazzo Abatellis, a Palermo, in cui si colgono con eguale evidenza l’essenza della struttura ma anche il senso della morte che passava indistintamente tra ricchi e poveri, può essere considerata un’opera emblematica a dimostrare la ricchezza espressiva della fusione di scienza e arte.

E Mauro Bon, Responsabile del Museo di Storia Naturale di Venezia (al centro con il microfono nella foto di apertura di questo articolo), ha confessato la propria sorpresa nel vedere al lavoro i ragazzi dell’Accademia,  rilevando quanto fossero puntuali nel seguire criteri scientifici nella progettazione quanto nell’esecuzione, convincendosi ancora maggiormente circa l’affinità di pensiero speculativo e progettuale che corre tra scienziati e artisti.

Luana Zanella (a sinistra)
Luana Zanella (a sinistra)

Era presente all’inaugurazione anche la Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia Luana Zanella.

 

 

 

Nella galleria di immagini qui sotto: alcune opere di anatomia artistica eseguite dagli alunni dell’Accademia di Belle Arti di Venezia

 

 

 

 


Redazione

La redazione di Scienzaveneto.it