Ultima sfida: la Regione premia nuove reti d’impresa per intercettare la crescita turistica di qualità

“L’Organizzazione mondiale del Turismo ha reso noti a Madrid i dati relativi al 2016 del movimento turistico internazionale: un miliardo e 235 milioni di arrivi internazionali, cioè un incremento del 3,9% rispetto al 2015, che segue la tendenza sempre crescente dal 2008. Per avere un’idea della crescita si pensi che nel ’95 lo stesso dato si aggirava intorno al mezzo miliardo, e la proiezione al 2020 indica che saranno raggiunti i 2 miliardi quindi – ha rilevato Paolo Rosso, direttore del settore Turismo della Regione Veneto – il problema non è costituito certo dal timore che non vi sia crescita, ma dall’interrogativo: chi intercetterà la crescita? Va notato allora che le nuove destinazioni stanno crescendo in modo più che proporzionale rispetto all’Europa che detiene comunque più del 50% del turismo mondiale, e il tema per noi diventa la qualità della crescita turistica”.

Treviso, città d'acqua e di biciclette. Nella foto di apertura: Paolo Rosso, direttore del comparto Turismo della Regione Veneto.
Treviso, città d’acqua e di biciclette. Nella foto di apertura: Paolo Rosso, direttore del comparto Turismo della Regione Veneto.

Il Veneto ha partecipato alla redazione del Piano strategico del Turismo nazionale “Italia paese di viaggiatori 2017-2022”, ove si registra la piena consapevolezza che, a livello sia nazionale, sia regionale il turismo, in termini quantitativi non può crescere ulteriormente nelle grandi destinazioni, cioè, per esempio, nelle grandi città d’arte, in cui, anzi, in alcuni casi, vi è il problema della sostenibilità della capacità di carico. Ovvero il turismo può e deve crescere ancora ma in altre aree della regione…, e questo è l’anno dei borghi, oltre che l’anno mondiale del turismo sostenibile

Il Veneto, come prima regione turistica d’Italia è paradigmatico, con i suoi 17 milioni di arrivi e 63 milioni di pernottamenti (2015).

Le prime 20 località turistiche arrivano a coprire l’81% di tali flussi turistici (la ventesima è Vicenza); le prime 50 il 91%; le prime 100 il 97%; mentre gli altri 473 comuni oggi si dividono solo il 3%.

Se Jesolo e Cavallino possono sembrare in fase di stagnazione, è perché hanno ormai raggiunto il top… le Terme Euganee sono invece a rischio di vera stagnazione, così come la montagna, a causa del problema del prodotto turistico di queste destinazioni classiche, a fronte rispettivamente del cambiamento del modello di fruizione vacanza, e del cambiamento climatico. C’è ora, quindi, una forte necessità di innovare e differenziare il prodotto turistico veneto rivolgendosi all’entroterra, che, per contro, ha possibilità di stimolare nuovi importanti flussi di turismo sostenibile, finalizzato alla valorizzazione della qualità della vita.

“Filosofia, risorse, e infrastrutture – ha sottolineato Paolo Rosso – rappresentano valenze intrinseche, ma non diventano da sole, senza essere sostenute da una organizzazione reale, prodotto turistico”.

Per questo la legge regionale sul turismo del 2013 sta stimolando il territorio a organizzarsi in modo integrato, ben diversamente da una volta, in cui le Apt gestivano l’accoglienza, e i privati mediante consorzi gestivano la commercializzazione: erano sostanzialmente due braccia non coordinate, e comportavano una grande dispersione di risorse (che peraltro oggi non ci sono più… quando fino al 2010 per l’accoglienza si poteva contare su 12 ml di euro, e su 18 milioni per la commercializzazione… poi è stata introdotta la tassa di soggiorno). Ma andare in ordine sparso non funziona: bisogna fare un passo in più verso la gestione manageriale.

I bandi regionali Por-Fesr sono il frutto di un confronto serrato tra il Veneto e l’Ue, che ha concesso 40 milioni di euro per il turismo, che, se da un lato è maturo, dall’altro va sostenuto come emergente. Ma a patto di seguire il criterio dell’innovazione, organizzando club di prodotto, e interventi a favore delle strutture ricettive, inseriti in comuni che abbiano aderito prima del 30 dicembre alle Organizzazioni di Gestione della destinazione (Ogd) riconosciute, e siano dotati di un piano strategico di destinazione.

La Treviso-Ostiglia tra Silvelle e Piombino Dese
La Treviso-Ostiglia tra Silvelle e Piombino Dese

Anche se questa è la prima call, e ci saranno altre opportunità…

I club di prodotto vanno intesi nella forma delle reti di imprese, con l’obbiettivo di raggiungere sia l’innovazione di prodotto (offerta) e di processo (organizzazione), orientate ai segmenti: cicloturismo, family, congressuale, vacanza attiva. Insomma, prodotti chiari con un loro disciplinare rivolto al target del turista salutista, e che cerca la vacanza attiva.

Le reti d’imprese possono essere costituite nella forma “rete contratto”, in cui rispondono giuridicamente i singoli retisti; o nella forma “rete soggetto”, che ha invece soggettività giuridica ed è interlocutrice con la regione.

Le reti devono essere costituite da un minimo di nove imprese, di cui 1/3 strutture ricettive; e 1/3 devono essere imprese residenti nei comuni Ogd.

La fascia di contribuzione è compresa tra 80 e 400 mila euro, con il sostegno de minimis al 50% secondo il regolamento europeo. La dotazione del primo bando è di un milione e ottocentomila euro, sui tre milioni e seicentomila stanziati (vi è quindi la possibilità di altro bando, o, eventualmente, di integrare il sostegno ai progetti migliori), la scadenza è fissata al 12 aprile alle ore 17.

Non ci sono limiti di codice “Ateco” e va indicata la durata della rete per dare senso di stabilità.

La carta dei servizi del club, che è il disciplinare di prodotto, ovvero il cuore del contratto di rete, deve esprimere il rispetto del livello qualitativo. Il piano economico-finanziario deve essere compatibile con i tempi e la filosofia del bando. Le spese ammissibili sono:

Transumanza lungo il Dese
Transumanza lungo il Dese

– analisi propedeutiche di mercato;
– spese di costituzione della rete;
– assistenza tecnica e specialistica (persona di presidio dedicata);
– promozione alla commercializzazione;
– formazione;
– garanzia fidejussoria;
– spese, quali, per esempio, un punto di raccolta bici acquistato come club di prodotto.

La valutazione delle reti avverrà sulla base della qualità amministrativa dimostrata, e dei beni, mezzi, e servizi messi in campo.

Ogni disciplinare di prodotto dovrà contenere la motivazione secondo la quale si stima che il progetto formulato per la creazione del prodotto turistico della rete sia innovativo e differente rispetto al territorio su cui si inserisce, e come riposiziona le aziende partecipanti.

Segnali importanti di distinzione saranno la disponibilità di tutti i componenti della rete a cofinanziare il progetto, e la richiesta di una quota di finanziamento pubblico inferiore al 50%.

Redazione

La redazione di Scienzaveneto.it